Data: 31/03/2006 - Anno: 12 - Numero: 1 - Pagina: 17 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Enzo Ignazi - Sacerdote (Altri articoli dell'autore)
(Come vorremmo poter accontentare tutti gli amici che ci chiedono un po’ di spazio! Come vorremmo poter pubblicare tutte le belle pagine e i sani pensieri che ci vengono proposti da ogni dove! Come vorremmo poter contribuire, anche con questo nostro modesto strumento di comunicazione, alla lotta contro la guerra e chi la ordina, contro l’ingiustizia e chi ne è causa, contro la miseria e chi ne legifera, contro la precarietà e lo smarrimento e chi ne è l’autore! Vorremmo avere le capacità e le energie per debellare il male ed aiutare chiunque voglia seriamente porsi quale costruttore di pace, di giustizia, di vera libertà. Ma se nessuno c’è mai riuscito, come potremmo mai pensare di riuscirci noi?! Vorremmo anche noi che ogni essere vivente, nella sua pur effimera comparsa, faccia buon viaggio. Ciò premesso, non possiamo non dare doveroso spazio a questo scritto che ci ha mandato da Roma il sempre tanto vicino e sensibile amico Ciccio Menniti. è uno degli ultimi scritti di Padre Enzo Ignazi, sacerdote di grande umiltà e, tra l’altro, stimato docente di latino e greco. Tre settimane prima della morte, avvenuta di recente, ha scritto questo messaggio, per tutti quelli che gli erano vicini… ed ora anche per noi.)
IL VIAGGIO La nostra vita è come un viaggio in treno: c’è chi sale e c’è chi scende, accadono piccoli incidenti di percorso, sorprese gradevoli per alcune salite e tristezza per alcune discese… Quando nasciamo noi saliamo su questo treno e incontriamo due persone che pensiamo faranno il viaggio con noi fino alla fine: sono i nostri genitori ma non è così. Infelicemente in qualche stazione essi scenderanno lasciandoci orfani della loro tenerezza, protezione, amore, affetto… Tuttavia ciò non impedisce che durante il viaggio salgano sul treno persone interessanti che diventeranno speciali per noi: sono i fratelli, gli amici, gli amori… Molte persone prendono questo treno come una passeggiata, altre fanno il viaggio sperimentando solamente tristezza. Ma nel treno ci sono anche persone che passano da un vagone all’altro pronte ad aiutare chi ha bisogno. Molti scendono e lasciano una tristezza eterna… Altri viaggiano in maniera tale che, quando lasciano i loro posti, nessuno se ne accorge… è curioso osservare che alcuni passeggeri che ci sono molto cari prendono posto in vagoni diversi dal nostro. Questo ci obbliga a fare il viaggio separati da loro. Ma ciò non ci impedisce, pur con difficoltà, di attraversare il nostro vagone e giungere a loro. Difficile sarà accettare che non possiamo sederci accanto perché un’altra persona occupa quel posto. Questo viaggio è pieno di ostacoli, sogni, fantasie, attese, salite, discese… Sappiamo che questo treno non torna mai indietro. Facciamo dunque il viaggio nel miglior modo possibile, cercando di mantenere un buon rapporto con tutti, vedendo in ogni passeggero il meglio che ha e ricordando sempre che in ogni momento del percorso qualcuno può crollare… abbiamo bisogno di capire questo. Noi stessi alcune volte ci sentiremo deboli e certamente qualcuno ci capirà. Il grande mistero è che non sappiamo in quale fermata discenderemo. Penso: quando scenderò da questo treno proverò nostalgia? Sì! Lasciare i miei figli viaggiare da soli sarà molto triste. Separarmi dagli amici che mi sono fatto durante il viaggio della mia vita sarà per me doloroso. Però mi aggrappo alla speranza che in qualche momento starò nella stazione principale e avrò l’emozione di vederli arrivare con il loro bagaglio che non avevano quando salirono… Ciò che mi lascerà felice è sapere che in qualche modo io ho collaborato perché questo bagaglio crescesse e diventasse prezioso… Ora, in questo momento, il treno sta per rallentare: ci sono persone che devono salire e altre che devono scendere… La mia aspettativa aumenta a mano a mano che il treno diminuisce la sua velocità. Chi scenderà? Chi salirà? Mi piacerebbe che voi pensaste a chi scende dal treno non solo come ad una immagine di morte…, ma anche come al termine di una storia, di un qualcosa che due o più persone costruirono insieme e che, per un motivo qualunque, lasciarono crollare! Son felice di sapere che alcune persone come noi hanno la capacità di ricostruire per ricominciare… Questo è segno di forza, di lotta, di coraggio…: è saper vivere e trarre il meglio da tutti i passeggeri. Sono soprattutto felice che tu viaggi con me, sebbene non siamo seduti l’uno a fianco all’altro, certamente siamo nello stesso vagone. Buon viaggio. |